15.11.08

Censurato manifesto anti-violenza. Offende la tradizione cristiana

La figura bellissima di donna viene immortalata su un letto candido in una posa che iconograficamente rimanda alla crocefissione di Cristo. L'immagine provocatoria che sarebbe dovuta divenire emblema della campagna pubblicitaria portata avanti da Telefono Donna (Onlus nata l'8 marzo 1992) per la Giornata Modiale contro la violenza prevista il 25 novembre, ha contrariamente reso Milano cuore di una polemica dai contorni moralistici ed etici.

Le pressioni provenienti da Palazzo Marino hanno però assunto le sembianze di veri e propri ostacoli tanto da impedire l' avvio dell' iniziativa che prevedeva l'affissione di oltre 500 manifesti recanti la foto incriminata. L' Assessore al Decoro Urbano, Maurizio Cadeo (An) ha così commentato con parole che non lasciano spazio all'interpretazione: "Perchè rispondere alla violenza con la violenza?"; e ha lanciato un' accusa che distorce il reale intento comunicativo del manifesto. "Non so se ho gli strumenti per negare gli spazi, ma ne respingo totalmente il contenuto che offende la nostra tradizione cristiana. Pongo il problema politico e ne informerò il sindaco: chiederò a telefono Donna di ritirare il manifesto".

Stefania Bartocetti, dal 1992 presidente di Telefono donna, si è poi mostrata alquanto sopresa delle ulteriori accuse di blasfemia piovutele addosso da più parti, "Io sono cattolica praticante. La crocefissione vuole essere solo l'immagine della sofferenza", ha ribadito indignata.

In effetti lo scatto non lascia trasparire nulla che possa urtare la sucettibilità dei perbenisti del momento. Il corpo di Cristo è stato sostituito da un corrispettivo femminile il quale, seppur nudo, esula da ogni forma di sensualità. Un lenzuolo bianco le copre il ventre emulando il perizoma portato dal Nazzareno al momento della crocefissione, sopra il quale passa la scritta recante la domanda provocatoria "Chi paga per i peccati dell'uomo?"

Fonte: Anna Concetta, en Agencia Radicale, 14.11.08. Più d'informazione à La Repubblica e L'Espresso.

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"¿Quién paga por los pecados del hombre?". Esta es la pregunta que lanza al aire el cartel elaborado por la ONG italiana Telefono Donna con motivo del Día Mundial contra la Violencia hacia las Mujeres que se celebra el 25 de noviembre. La polémica está servida. En la foto del cartel, una mujer desnuda, semicubierta con una sábana, está tendida sobre una cama en posición de crucifixión. La letra pequeña del cartel denuncia que "sólo el 4% de las mujeres víctimas de la violencia denuncia al agresor. Las otras pagan incluso por él". La ONG tiene previsto pegar 500 ejemplares del cartel, diseñado por la agencia internacional Arnold Worlwide, entre marquesinas y otros soportes del itinerario urbano repartidos por la ciudad de Milán. Sin embargo, las presiones del Ayuntamiento ha paralizado su difusión. "No sé -dice el concejal de urbanismo, Maurizio Cadeo (de la derechista Alianza Nacional), según recoge La Repubblica- si tengo los instrumentos para negarle el espacio, pero rechazo totalmente el contenido que ofende a nuestra tradición cristiana (...) Pido al Telefono Donna que retire el manifiesto. Esta foto ofende la conciencia religiosa y haré todo lo posible para que no se exponga", dijo. Giulio Gallera, portavoz del partido de Silvio Berlusconi, Forza Italia, en el ayuntamiento, afirmó que el cartel es de "pésimo gusto". Para el jefe del Partido Demócrata (PD) en el ayuntamiento de Milán, Pierfrancesco Majorino, estas críticas parecen "censura de la Edad Media". La ONG mantiene que cuenta con la autorización previa de las oficinas municipales. Fuentes: El Universal, Público y El País, 14.11.08.

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